Gli indici di indebitamento sono il prodotto delle risorse date da altre fonti di finanziamento e il capitale proprio detenuto. Gli indici di indebitamento mettono infatti in relazione tutti i mezzi finanziari ricavati da terzi, ovvero i debiti, e il capitale proprio investito. Indebitamento e capitale proprio sono le voci dello stato patrimoniale che costituiscono la struttura finanziaria dell’azienda. Per capitale proprio si intendono le risorse di finanziamento di cui l’azienda dispone grazie all’imprenditore e ai soci dell’azienda, fruibili nel lungo periodo e senza scadenza.
Leverage e indebitamento
I debiti sono i finanziamenti a cui l’azienda ha potuto accedere grazie all’intervento di terzi quali banche, finanziarie, fornitori e che possono essere sia a breve che a medio termine. Quando si parla di struttura dell’indebitamento di un’azienda si fa riferimento all’ammontare dei soldi che un’azienda deve restituire a terzi entro un arco di tempo ben preciso. L’indice di indebitamento è definito anche leverage (leva finanziaria) poiché la presenza di indebitamento può attuare un movimento finanziario positivo o negativo della redditività.
Avendo definito gli indici di indebitamento come il rapporto tra finanziamenti esterni e capitale proprio, potremmo dire che più il capitale proprio è limitato, più è elevato il debito nei confronti di terzi e, pertanto, anche il leverage tenderà ad aumentare.
Come interpretare i valori degli indici di indebitamento
Se il valore è pari a 1 l’azienda non ha alcun debito e tutti i finanziamenti provengono dal capitale proprio; l’impresa riesce, quindi, ad automantenersi. Se il valore è compreso tra 1 e 2 vuol dire che il capitale proprio è maggiore rispetto al totale delle fonti di finanziamento; l’azienda verte, pertanto, in uno stato di equilibrio. Se il valore è maggiore di 2, la somma dei debiti è maggiore rispetto alla somma del capitale proprio; questo vuol dire, non solo, che l’azienda è sottocapitalizzata, ma anche che, per questo motivo, è necessario intervenire con dei fondi.
Nell’interpretazione di questi valori non bisogna lasciarsi condizionare eccessivamente poiché non sono assoluti e, soprattutto, non sono l’unico elemento da considerare nel momento in cui si analizza lo stato di salute di un’azienda. Per quanto sia infatti auspicabile avere indici di indebitamento più vicini all’1 che al 2, questo aspetto non può comunque essere considerato lo strumento cardine per valutare la stabilità di un’impresa: ci sono infatti molte aziende che operano benissimo sul mercato e sono, economicamente, in ottima salute, ma che hanno sempre avuto indici di indebitamento maggiori di 2.