La solidità patrimoniale di un’azienda si misura in base alla sua capacità di finanziarsi attraverso il capitale sociale ovvero le quote conferite dai suoi soci, dai fondi di riserva e dalle altre componenti del suo patrimonio netto. L’indicatore della solidità patrimoniale viene detto margine di struttura.

Cos’è il margine di struttura

Esistono due diversi tipi di margini di struttura e sono essenziali per effettuare l’analisi di bilancio dell’impresa. Questi indicatori sono:

margine di struttura primario
margine di struttura secondario o allargato.

Il margine di struttura primario permette di esaminare le modalità di finanziamento dell’attivo immobilizzato o, in altre parole, mette in evidenza la capacità dell’impresa di investire nelle sue strutture fisse attraverso il capitale versato dai suoi soci. Il margine di struttura primario è il risultato della sottrazione delle attività immobilizzate dal Capitale proprio.

Margine di struttura positivo

Se il capitale proprio è maggiore delle immobilizzazioni, si parla di margine di struttura positivo. In caso contrario si dice che il margine di struttura è negativo. È molto difficile che un margine di struttura sia pari a 0, ovvero che si verifichi una perfetta parità tra il capitale proprio dell’impresa e il totale delle sue immobilizzazioni.

Quando un’azienda vanta un margine di struttura positivo, vuol dire che non ha fatto investimenti dovendo ricorrere a capitali di terze parti, ovvero non si è dovuta indebitare per perseguire i suoi scopi. Questa situazione indica con chiarezza che l’impresa ha ulteriori capacità di espandersi senza dover ricorrere a finanziamenti. Quando, al contrario, il margine di struttura è negativo vuol dire che l’azienda è dovuta ricorrere a capitali terzi per coprire il costo dei suoi investimenti. Il fatto che il margine di struttura primario sia negativo non costituisce un problema a condizione che i suoi valori non siano eccessivi.

Margine di struttura secondario

Quando l’analisi di bilancio prende in esame la somma del capitale proprio e del passivo consolidato con l’attivo immobilizzato, otteniamo un secondo indice, il margine di struttura secondario o allargato. Questo margine viene detto anche globale e permette di esaminare la solidità dell’impresa attraverso la sua capacità di finanziare l’attivo fisso attraverso un indebitamento sostenibile. Il margine di struttura secondario si calcola sommando il passivo consolidato al capitale proprio e sottraendo le attività immobilizzate.

Come nel caso del margine di struttura primario, un indice positivo o un pareggio del margine di struttura secondario mostra una correlazione soddisfacente tra le fonti di finanziamento a medio o a lungo termine con gli investimenti ugualmente a medio o a lungo termine. Un indice negativo, al contrario, segnala che la copertura delle immobilizzazioni non avviene solo con i capitali propri, ma anche attraverso una parte delle passività correnti e questo potrebbe voler dire che l’impresa dovrà fronteggiare problemi di solvibilità finanziaria nel breve periodo.